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Nuovi aumenti per i carburanti. La soluzione? …ibrida!

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La manovra Monti, sin dalle sue prime uscite sulla stampa, ha aumentato lo stato di depressione degli automobilisti italiani, già provati dall’incremento dell’IPT ereditato dall’ultimo governo. E le promesse sono state mantenute: le automobili italiane consumano di più dal 7 dicembre, e non perché improvvisamente tutti i motori abbiano avuto un decadimento delle performance, bensì per via delle accise sui carburanti, imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo.

E quindi il nuovo Primo Ministro ha esordito a Palazzo Chigi con una manovra dal sapore antico: prelevare dalle tasche di chi usa le automobili. In che misura? A decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto, le aliquote su benzina e gasolio salgono rispettivamente a 704,20 euro (+8,2 cent al litro) e 593,20 euro per mille litri (+11,2 cent). Dal 1° Gennaio 2012 è previsto un ulteriore aumento: per la benzina sarà di 9,9 centesimi al litro, per il gasolio di 13,6 centesimi al litro e per il Gpl di 2,6 centesimi al litro.

Quanti numeri e quanta confusione! E il tutto si somma ad un già altalenante prezzo dei carburanti.

Nessuna confusione circa il nostro primato negativo in Europa: in Italia si paga il prezzo più alto. A rilevarlo è l’ultimo studio della Confcommercio che evidenzia inoltre che l’Italia  è seconda solo all’Olanda per la benzina ed al Regno Unito per il gasolio. Inevitabile che i rialzi si traducano in un vero salasso per i consumatori.

Fare rifornimento ad un’auto di media cilindrata costa infatti quasi 86 euro, che si tratti di benzina o diesel. Esattamente 30 giorni fa il prezzo del gasolio viaggiava infatti a 1,516 euro al litro. Cifra che già allora rappresentava un record assoluto, rapidamente sorpassato dall’aumento delle accise che ha portato i listini al nuovo massimo di 1,715 euro. Così, se a inizio novembre un pieno di 50 litri di un’auto a gasolio costava circa 78 euro, oggi arriva a 85,75, cioè 7,75 euro in più. Stesso dicasi, seppur con rincari più contenuti, per la benzina. Dagli 81,40 euro a pieno dei primi di novembre, quando i prezzi erano di 1,628 euro al litro, si è saliti oggi, sfondata la quota di 1,7 euro al litro, a 85 euro con un rincaro di 3,6 euro a pieno.

Cosa fare quindi per arginare questa emorragia di fondi dalle tasche degli automobilisti?

Si sta lentamente affacciando sull’affollato mercato dell’automobile una nuova tipologia di vetture sulle quali molte case costruttrici stanno facendo cospicui investimenti.

Si tratta delle cosiddette ibride, con una doppia motorizzazione, benzina ed elettrica in prevalenza, anche se non mancano soluzioni con motore diesel (vedere Peugeot 3008 Hybrid 4).

Questi veicoli hanno il loro punto di forza nell’elevata percorrenza in città (oltre 25 km/litro), ma hanno costi di gestione e valori residui ancora da stabilizzare.

Per ovviare a questi inconvenienti, la soluzione del noleggio a lungo termine risulta  premiante. A fronte di un canone leggermente superiore rispetto ai tradizionali modelli a benzina, si scaricano sul locatore tutti i rischi connessi alla manutenzione ed alla rivendita, conseguendo comunque un risparmio totale. Al driver rimane solo il piacere della guida silenziosa e la certezza di aver dato il proprio contributo alla preservazione dell’ambiente.Share

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